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2019/11/20

1969/11/20 (09:25 HO - 15:25 IT): Accensione del motore del modulo di ascesa di "Intrepid". Addio Luna!

Sono trascorse cinque ore circa da quando il portello del Modulo Lunare è stato chiuso. Il soggiorno di Charles Conrad e Alan Bean sulla superficie dell'Oceano delle Tempeste volge ormai al termine. Rimane ancora un'ultima "suspense": la partenza dalla Luna.

Alle 15:25 e quarantasette secondi ora italiana, dopo un accurato controllo delle delicate apparecchiature di bordo ed aver ottenuto il "GO" dai tecnici del centro spaziale di Houston, i due astronauti accendono l'unico motore dello stadio superiore di "Intrepid": il terzo e quarto uomo nella storia ad aver camminato su una superficie al di fuori del pianeta Terra dicono addio alla Luna. Le loro impronte sul Satellite rimarranno indelebili nel corso dei secoli, superando la vita stessa dei due astronauti. Sono trascorse 142 ore e 3 minuti dal lancio da Cape Kennedy, 31 ore e 31 minuti dal momento in cui il LM ha poggiato le sue quattro zampe sul polveroso Oceano delle Tempeste.

Raffigurazione artistica del distacco della parte superiore di "Intrepid" con a bordo i "pedoni lunari" Charles Conrad e Alan Bean. La parte inferiore del LM funziona da base di lancio.


Così come era avvenuto nella precedente missione, quella di Apollo 11 in luglio, in cui venne sperimentato per la prima volta "sul campo", anche in questo caso il propulsore della parte di ascesa del Modulo Lunare, nei suoi sette minuti di accensione, funziona alla perfezione, portando Conrad e Bean alla quota necessaria per l'inserimento in orbita lunare, dove li attende a bordo di "Yankee Clipper" il pilota del Modulo di Comando e compagno di viaggio, Richard Gordon.

Da questo momento, dopo una piccola correzione di rotta da parte di "Intrepid", (Conrad e Bean al momento dell'accensione hanno dato troppo gas al motore), per raggiungere alla giusta quota la navicella madre, ha inizio un lungo e affascinante inseguimento tra i due veicoli spaziali.

Alle 18:37 italiane, le 12:37 ora del Texas, la telecamera a colori a bordo di "Yankee Clipper" viene riaccesa: ha inizio il collegamento che permetterà a milioni di telespettatori in tutto il mondo di seguire per la prima volta davanti allo schermo le ultime fasi del "rendez-vous" e il successivo "docking" tra due navicelle in orbita lunare.

Raffigurazione artistica del "rendez-vous" in orbita lunare tra il Modulo di Comando "Yankee Clipper" e il Modulo Lunare "Intrepid".


Apparso dapprima come un piccolo puntino nero sullo sfondo lunare, poi via via sempre più grande fino a riempire lo schermo televisivo, alle 18, 58 minuti e 20 secondi ora italiana, a 110 chilometri di altezza, la parte superiore di "Intrepid" con una manovra perfetta e in diretta mondovisione, si aggancia all'astronave-madre "Yankee Clipper". "Magnifico lavoro ragazzi", annuncia trionfante Conrad, "Siamo proprio in gamba!". E Bean di rimando: "E' lei il capo. Non posso che darle ragione!".

Alle 20:42 il comandante del volo Apollo 12 e il pilota del Modulo Lunare, insieme a tutto il materiale raccolto sulla Luna, il foglio del "vento solare", i rullini fotografici, la telecamera TV guasta e le parti del Surveyor, rientrano a bordo della cabina dell'astronave dove Gordon li sta aspettando: i tre protagonisti della seconda missione con destinazione l'arrivo sulla superficie e l'esplorazione del suolo lunare sono di nuovo insieme!

Nella raffigurazione artistica il "docking" tra "Yankee Clipper" e "Intrepid" è avvenuto: Conrad, Gordon e Bean sono di nuovo insieme!


Alle 21:21 italiane, una volta caricati sul Lem i sacchi che contengono i rifiuti accumulati in questi giorni sia a bordo dello stesso "Ragno" sia sul Modulo di Comando, i tre astronauti sganciano "Intrepid" da "Yankee Clipper" e circa un'ora e mezza più tardi, attraverso un segnale radiocomandato dalla capsula Apollo, il motore del Lem viene riacceso. Lo stadio superiore, che è stata la "casa base" per due giorni di Conrad e Bean, viene lanciato in direzione della superficie lunare a quaranta chilometri dal punto dell'allunaggio, ad una velocità di 5.940 chilometri orari.

L'esperimento voluto dagli scienziati a terra ha successo: l'urto, violentissimo, paragonabile a quello prodotto dall'esplosione di una grossa carica di tritolo, viene registrato dal sismometro installato dagli stessi astronauti, nel corso della prima attività extraveicolare nell'Oceano delle Tempeste.

La Luna "vibra" come un gong per 55 minuti di seguito. Gli scienziati che seguono il volo dal centro spaziale di Houston rimangono stupefatti: il sismometro continua a tracciare echi su echi, oltre ogni possibile previsione. Il mistero è fitto e potrà essere solo svelato quando verranno condotti altri esperimenti del genere. Già dalla prossima missione, quella di Apollo 13, si parla di far precipitare sulla crosta lunare il terzo stadio del Saturn V.

Intanto in orbita lunare, quando in Europa è già tarda sera (in Italia le lancette dell'orologio segnano le 23:00), dopo un'intensa giornata e dopo aver consumato una classica "cena spaziale", i tre eroi della seconda spedizione lunare iniziano il più che meritato periodo di riposo.

1969/11/20: La prima esplorazione lunare di Conrad e Bean sulla stampa italiana


La prima pagina de "Il Corriere della Sera" di giovedì 20 novembre 1969, con la corrispondenza da Houston dell'inviato speciale Giancarlo Masini (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


CONRAD E BEAN NEL POLVEROSO OCEANO DELLE TEMPESTE


GIORNATA SULLA LUNA

Perfetta la manovra di sbarco - I due astronauti si sono rivelati pronti alla battuta di spirito quanto seri e precisi nel lavoro - Delusione per la mancata trasmissione delle immagini: la TV si è guastata forse perché esposta direttamente al sole - Oggi un'altra lunga uscita dall'"Intrepid", dopo un buon riposo

Dalla pila atomica al recupero della sonda

(Dal nostro inviato speciale) Houston, 19 novembre. La Luna è stata violata di nuovo. Da molte ore due abitanti del pianeta Terra, due simpatici e valorosi astronauti americani, Charles Conrad e Alan Bean, lavorano, scherzano, mangiano e dormono nel polveroso, inospitale "Oceano delle Tempeste", puntualissimi all'appuntamento con un "robot" - il "Surveyor" - fabbricato dalle mani dell'uomo e spedito lassù in avanguardia più di due anni fa.

Il sogno della conoscenza e della conquista umana dei pianeti extraterrestri, la favola fantascientifica dei percorsi sicuri sulle vie del cosmo rivelati possibili con il primo viaggio Terra-Luna di Borman - realizzati con l'impresa di Armstrong - hanno acquistato ora una concretezza piena.

Anzi il secondo viaggio sulla Luna, l'inizio della vera e propria esplorazione di questo strano compagno di viaggio della Terra, butterato di buchi e di rughe, al quale le leggi della natura hanno legato le vicende del nostro pianeta, si sono svolti fino a questo momento senza suspense, senza eccessivi timori, come se tutto fosse senza pericoli e senza rischi: quasi che mandare due uomini a raccogliere sassi sulla Luna, esplorare i suoi crateri, montare la prima stazione-osservatorio autonoma, andare a cercare un altro ordigno terrestre per staccarne alcune parti e riportarle a terra a circa quattrocentomila chilometri di distanza sia diventata routine, normale amministrazione, E a privare di suspense gli osservatori ed i tecnici come pure i milioni di americani che stanotte hanno vegliato davanti ai televisori e con le radio incollate agli orecchi, sono stati proprio i due protagonisti dell'impresa: peccato che un guasto alla telecamera ci abbia privati dello spettacolo creando un motivo di delusione.

Fino al momento dell'atterraggio dell'"Intrepido", le cui manovre erano state condotte con perizia e perfezione assolute, Conrad e Bean hanno mostrato una gioia scoppiettante, un'allegria che ha sorpreso tutti, anche quelli che li conoscono come esseri meravigliosamente estroversi, profondamente umani, pronti alla battuta di spirito, quanto seri e precisi nel loro lavoro.

"Saltellerò sulla Luna canticchiando" aveva detto Conrad alcuni anni fa, mentre si sottoponeva ai più duri allenamenti fisici che si possano immaginare, proprio per conquistarsi il diritto a passeggiare sull'"Oceano delle Tempeste". Ha mantenuto la parola, fra la felicità e anche lo sbalordimento dei compassati tecnici della sala di controllo.

Alle 5,33 di stamane (ora di Houston in Italia erano le 13,33, ma per comodità, da qui in avanti, il tempo sarà indicato sempre secondo il fuso orario europeo) il portello di uscita dell'"Intrepido" è stato aperto. Sui teleschermi della sala di controllo è apparsa una zampa del veicolo lunare e la sua piccola piattaforma di appoggio, nonché una porzione del suolo selenico. Si è visto subito che la qualità delle immagini, per quanto a colori, erano molto più scadenti di quelle che ci offrì l'"Apollo 11". Poi Conrad ha cominciato a discendere la scaletta del LEM e - come riferiamo anche in altra parte del giornale - ha lasciato cadere una frase piena di humor che di colpo ha spazzato via ogni velleità retorica: "Gente, sarà stato un piccolo passo per Neil, ma per me è un bel salto", qualcuno giura di aver sentito: "E' un accidente di salto" e per chi conosce il tipo non c'è da dubitarne.

"Sto per andare fuori dal PAD. Oh, è soffice, non sprofondo molto, ci provo un poco ragazzi. Il Sole è brillantissimo è come se qualcuno ti facesse lampeggiare nelle mani un grosso proiettore. Posso camminare assai bene, ma devo farlo con attenzione e guardare che cosa sto facendo. Ragazzi, non ci credereste mai a che cosa sto vedendo dal lato del cratere… il vecchio Surveyor".

Poi Conrad si è di nuovo avvicinato all'"Intrepido". Bean gli ha lanciato la corda dal pianerottolo ed è cominciato il lavoro. Abbiamo visto scendere un contenitore dopo l'altro, infine anche Bean ha toccato il suolo lunare con i suoi piedi. Poco prima la telecamera aveva subito una rotazione e la discesa di Alan si era vista alla rovescia. L'immagine è rimasta così per qualche tempo, poi sugli schermi sono apparsi fugacemente alcuni crateri quindi più nulla.

E' stato un incidente che proprio non ci voleva, non solo per le visioni lunari che abbiamo perduto e che potremo avere soltanto in parte delle riprese su pellicola, quando i due uomini torneranno sulla Terra, ma anche perché sarebbe stato fantastico osservare in diretta questi due magnifici piloti, questi due esploratori cosmici saltellare come ragazzi felici alla prima passeggiata di primavera su un prato. Dai colloqui che si sono registrati a Houston si può pensare che non hanno fatto le capriole solo perché sarebbe stato estremamente pericoloso.

La loro gioia era tale che ad un certo momento qualcuno ha anche pensato che fosse un effetto esilarante dello spazio o dell'ossigeno. Nell'"Oceano delle Tempeste" i due uomini dell'"Intrepido" hanno deposto e messo in funzione veri strumenti scientifici: un sismometro che misurerà  le vibrazioni del suolo lunare; un magnetometro che ci dirà finalmente una parola decisiva sull'eventuale campo magnetico lunare; un collettore di ioni del rarefattissimo ambiente lunare; uno spettrometro per la misura della radiazione e del vento solare; un collettore di polvere lunare; un sensore per misurare la eventuale ionosfera selenica. Tutto è a posto, compresa la prestigiosa pila atomica a radioisotopi che i due uomini hanno messo in azione liberando dallo schermo di grafite l'apposito bulbo radioattivo.< Mentre scrivo gli astronauti a bordo dell'"Intrepido" hanno messo sotto carica i loro zaini d'ossigeno, si sono messi in libertà, hanno mangiato e si sono addormentati su due amache. Prima avevano avuto un briefing con i controllori delle operazioni a terra. Ad essi hanno riferito le loro impressioni e come hanno sistemato gli strumenti. Hanno detto di sentirsi bene, di essere felici e di essere pronti alla seconda sortita per andare ad ispezionare il "Surveyor".

In perfetto orario sul programma stabilito, gli uomini dell'"Apollo 12" erano entrati in orbita lunare alle 4,47 di ieri mattina martedì: dopo due avevano perfettamente circolarizzato la loro traiettoria a circa cento chilometri di quota. Dopo il loro primo pasto lunare, e dopo un'ulteriore controllo agli strumenti, Conrad e i suoi compagni alle 14 si erano addormentati. La sveglia era venuta coi soliti squilli di tromba nella nottata e subito erano cominciati i preparativi per le manovre di atterraggio. Un'ultima ispezione alle apparecchiature, un abbondante pasto, poi la vestizione della tuta lunare, il trasferimento di Conrad e Bean a bordo dell'"Intrepido" e la chiusura dei portelloni pneumatici che bloccano gli ingressi dell'astronave "Apollo" e del "Lunar Module". La separazione dei due veicoli alle 5,49 effettuata questa volta con estrema delicatezza dopo le negative esperienze dell'"Apollo 11", si era svolta anch'essa alla perfezione. In diretta televisiva a colori si era visto l'"Intrepido" allontanarsi lentamente dall'astronave-madre e poi fuggir via veloce verso la sua meta.

Lavorando all'unisono con i calcolatori di terra il computer dell'"Intrepido" ha seguito la rotta calcolata al millimetro. A 500 piedi di quota (circa 150 metri) il pilotaggio dell'"Intrepido" è passato dal calcolatore di bordo alle mani di Bean e Conrad. "Come on down, Pete", aveva detto Bean. "Andiamo giù, Pete". "240 piedi" gridano gli altoparlanti che in un fruscio immenso ci portano la voce degli esploratori lunari. "180 piedi, 130... Ecco il mio cratere tutto OK". "Andate a tutto motore - avverte Houston - continuate così". "Ottanta piedi, sessanta, trenta, contatto". "Abbiamo registrato il vostro contatto", annunciano i controllori da terra.

Erano le sette 53' 48". In circa 11 minuti la velocità, da un valore di 6000 chilometri all'ora, era scesa a zero. L'"Intrepido" era sulla Luna. (Giancarlo Masini)







Le prime tre pagine de "La Stampa" di giovedì 20 novembre 1969, dedicate quasi interamente alla grande impresa di Conrad e Bean sulla superficie lunare (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


Il quotidiano politico "L'Unità" dedica l'intera settima pagina alla prima esplorazione nell'Oceano delle Tempeste" di Conrad e Bean (dalla collezione personale di Gianluca Atti).



(prosegue dalla prima pagina) ...a 30 centimetri di profondità; quelle di Armstrong e Aldrin si erano fermate ad appena 13 centimetri: segno che nel mare delle Tempeste il suolo è più cedevole che ne mare della Tranquillità.
Conrad è rientrato nel LEM alle 16,26, Bean alle 16,14.

A differenza dell'Apollo 11, che oltrepassò il punto ideale di discesa di circa 6.500 metri, Apollo 12 ha fatto centro.
"Indovinate un po' che cosa vedo sul fianco del cratere" ha trasmesso Conrad quando l'Intrepid si posava: "il vecchio Surveyor, il buon vecchio Surveyor, non può essere a più di 200 metri, figlio di un cane, proprio in mezzo alla strada".
Per i telespettatori americani che si sono alzati alle 6 di questa mattina per vedere la trasmissione a colori dalla Luna, è stata un'alzataccia sprecata. Dopo 45 minuti di trasmissione, proprio quando Conrad stava scendendo sulla Luna, la telecamera è andata fuori uso. Il suolo su cui hanno camminato oggi e ritorneranno domani Conrad e Bean è più scuro e più molle di quello calpestato da Armstrong e da Aldrin nel mare della Tranquillità. (Auro Roselli)


L'arrivo sulla Luna e la prima attività extra-veicolare sulla superficie selenica di Conrad e Bean a pagina 1-2-3 del quotidiano "Il Giorno" (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

1969/11/20 (04:54 IT): Seconda uscita dall'"Intrepid" e visita alla sonda Surveyor III

Sono trascorse 131 ore e trentadue minuti dall'inizio della missione Apollo 12. Conrad e Bean alle 02:25 italiane sono già svegli, in anticipo di qualche ora rispetto all'orario stabilito dal piano di volo, ansiosi ed eccitati di uscire di nuovo da "Intrepid" per avventurarsi per la seconda escursione lunare e per il primo straordinario appuntamento di uomini con un veicolo spaziale lanciato due anni prima dalla Terra, il Surveyor III.

Dopo il successo della prima straordinaria giornata trascorsa ieri (ora italiana; negli Stati Uniti è ancora mercoledì 19) sulla polverosa superficie di un punto preciso nell'"Oceano delle Tempeste", con l’unica "macchia" del guasto alla telecamera che ha privato sia i tecnici della NASA a terra che i milioni di telespettatori sparsi in tutto il mondo delle prime immagini a colori dalla superficie lunare, il comandante di Apollo 12 chiede ed ottiene l'autorizzazione da Houston di poter anticipare l'EVA. I due "lunauti" sono in perfetta forma. Sono scomparse quasi per incanto le piccole noie fisiche che li avevano infastiditi durante il tragitto Terra-Luna: una specie di allergia ai sensori per Conrad, provocata da un'irritazione delle pelle nel punto dove questi strumenti di controllo dell'organismo umano erano stati applicati, e un inizio di raffreddore per Bean.

Alle 04:54 italiane, dopo aver indossato di nuovo l'elmetto, i voluminosi guanti, gli stivali e gli zaini, che durante il periodo di riposo sono stati ricaricati di ossigeno e acqua, e dopo aver depressurizzato l'abitacolo di "Intrepid", i due astronauti aprono il portello, preparandosi ad iniziare la loro seconda passeggiata sul suolo lunare.

Alle 04:59 ora italiana, Conrad poggia per la seconda volta i suoi scarponi sulla superficie dell'"Oceano delle Tempeste", seguito nove minuti dopo dal compagno Alan Bean. I due riprendono subito la raccolta dei campioni di roccia e polvere lunare, fotografando le zone più interessanti prima e dopo il prelievo dei minerali, aiutati anche da una speciale macchina fotografica stereoscopica.

In questa seconda attività. così come nella maggior parte della prima, come già accennato, mancano le immagini televisive in diretta, ma fortunatamente l’escursione non è muta: la loquacità con la quale i due astronauti sanno descrivere a voce con ricchezza e dovizia di particolari e di paragoni l'ambiente in cui si trovano, le pietre che vedono, analizzano e raccolgono, il Sole più abbagliante che mai, lo spettacolo che hanno davanti ai loro occhi, rendono più di qualunque immagine.

Non mancano altre visioni, che però i due astronauti non condividono con il mondo per non creare imbarazzi alla NASA, sempre sensibile agli umori dell’opinione pubblica: l’equipaggio di riserva di Apollo 12 ha infatti inserito a sorpresa delle immagini di Playmate nella checklist che Bean e Conrad hanno al polso.

I due astronauti si muovono in direzione nord-ovest, tra un cratere e l'altro, come dice il comandante di Apollo 12, come "giraffe lanciate al galoppo": l'impressione di leggerezza ad un sesto di gravità li rende euforici e sentono a malapena la fatica nelle operazioni che compiono.

La prima fermata dei due astronauti è presso la stazione scientifica (ALSEP) installata ieri. Conrad ne approfitta per compiere un esperimento richiesto dagli scienziati che si trovano al centro di controllo di Houston: fa rotolare una roccia, grande quanto un pompelmo, lungo un pendio di un piccolo cratere per testare il buon funzionamento del sismometro, poi comincia a pestare i piedi per fornire un ulteriore elemento di taratura.

Foto AP12-AS12-48-7047, scansione JSC.


Foto AP12-AS12-48-7055, scansione JSC.


Foto AP12-AS12-48-7062, scansione JSC.


Alan Bean fotografato da Conrad, riflesso sulla visiera del casco del pilota del Modulo Lunare (foto AP12-AS12-48-7071, scansione JSC). Al polso di Bean si nota la cuff checklist, aperta a una delle pagine contenenti immagini di Playmate.


Ripreso il cammino verso il "Surveyor" (i due astronauti hanno preferito, una volta usciti dall'"Intrepid", non puntare direttamente verso la sonda ma fare un lunghissimo giro per avere una migliore possibilità esplorativa e per poter raccogliere più numerosi e diversi esemplari di rocce), non mancano alcuni piccoli inconvenienti: la macchina fotografica di Bean si rompe, un martello che serviva ad affondare una sonda nel terreno si spezza e un paio di sacchetti per contenere alcuni frammenti di Luna si lacerano.

Ben più grave poteva rilevarsi l'episodio accaduto a Conrad durante la traversata: il comandante di Apollo 12, inclinandosi troppo da un lato, cade a terra e Bean deve aiutarlo, non senza fatica, a rialzarsi. I due, per evitare di allarmare troppo chi li sta seguendo minuto per minuto da terra e caso mai il direttore del volo ordini a loro di rientrare in anticipo, tacciono l'incidente. È questa comunque la prima caduta di un uomo sulla Luna.

Alle 07:15 del mattino ora italiana (a Houston l'orologio segna l'una e quindici di notte), i due esploratori lunari raggiungono finalmente il "Surveyor III". Affrontando una pendenza del 10%, Conrad e Bean discendono nel cratere dove la sonda era atterrata il 20 aprile 1967. È la prima volta nella storia dell'esplorazione spaziale che un uomo arriva ad esaminare uno dei tanti veicoli lanciati nel cosmo.

I due non riescono a nascondere una certa emozione. Sono subito colpiti dal fatto che il "Surveyor" ha acquistato una strana colorazione marrone chiaro. "Di che colore era quando è partito?", chiede Conrad. "In parte bianco e in parte blu", rispondono da terra. Ad un esame più ravvicinato i due astronauti si rendono conto del perché: la sonda appare uniformemente ricoperta da una polvere finissima, la stessa polvere lunare che il "Surveyor" aveva sollevato due anni e mezzo prima atterrando e rimbalzando due volte al suolo.

Per il resto la sonda si presenta in condizioni eccellenti. I due "lunauti" la fotografano da tutte le angolazioni; poi, lavorando con le pinze, rimuovono le parti da riportare sulla Terra, dove verranno analizzate dagli scienziati: un cavo della telecamera, che ha rimandato a terra più di 6.000 immagini, la telecamera stessa e altre apparecchiature più piccole.

La sonda "Surveyor III" ai bordi del cratere, dove sarà raggiunta a breve da Conrad e Bean (foto AP12-AS12-48-7084, scansione JSC).


La fotografia che testimonia come sia stato perfetto l'allunaggio dell'"Intrepid" da parte di Conrad e Bean, così vicino alla sonda "Surveyor": uno degli obiettivi primari della missione (foto AS12-AP12-48-7091, scansione JSC).


Foto AS12-AS12-48-7093, scansione JSC.


Foto AP12-AS12-48-7099, scansione JSC.


Foto AP12-AS12-48-7111, scansione JSC.


Foto AP12-AS12-48-7113, scansione JSC.


Foto AP12-AS12-48-7115, scansione JSC.


Il comandante di Apollo 12, Charles Conrad, e il "Surveyor III" (foto AP12-AS12-48-7133, scansione JSC).


Il pilota del Modulo Lunare, Alan Bean, a fianco della sonda della NASA arrivata sulla Luna due anni e mezzo prima (foto AP12-AS12-48-7135, scansione JSC).


Si ritorna verso il LM (foto AP12-AS12-48-7151, scansione JSC).


Terminato il lavoro di recupero, Conrad e Bean riprendono il viaggio di ritorno verso "Intrepid", carichi come i vecchi cercatori d'oro dopo aver trovato un ricchissimo filone di pepite; in Italia sono le 07:52 di un freddo mattino di novembre. Giunti nei pressi del sito di atterraggio, Bean recupera il "Solar Wind Collector", un sottile foglio che cattura le particelle del vento solare; questo stesso esperimento era stato effettuato anche da Armstrong e Aldrin durante la missione Apollo 11.

Alle otto e trenta italiane, Alan Bean rientra a bordo del Modulo Lunare. Caricati i numerosi campioni, 34 chilogrammi di rocce e polvere lunare raccolti nel corso delle due giornate all'esterno, e i "reperti" della sonda "Surveyor", anche Conrad lo raggiunge sull'"Intrepid". Sono le 08:42 italiane: si conclude la seconda ed ultima attività extraveicolare sul sabbioso suolo dell'"Oceano delle Tempeste" del terzo e quarto uomo nella storia a calcare la superficie di un corpo celeste al di fuori del pianeta Terra.

Alle 08:45 viene chiuso il portellone del LM. Verrà riaperto un'ultima volta, quando sono trascorse centotrentasei ore e 55 minuti dall'inizio della missione, per lasciare sulla Luna tutto ciò che potrebbe appesantire lo stadio di risalita del LM al momento del decollo. Nel corso di questa seconda e proficua escursione i due astronauti hanno percorso un tragitto di oltre 1.800 metri, allontanandosi da "Intrepid" fino ad una distanza di 450 metri.

Richiuso definitivamente il portello e immessa di nuova aria nell'abitacolo, Conrad e Bean consumano un meritato e abbondante pasto. Poi, dopo un dettagliato rapporto con la base a terra sulla seconda escursione all'aperto, iniziano il controllo delle strumentazioni di bordo in vista del decollo dalla superficie lunare, stabilito per le 15:23 ora italiana.