2019/11/16

1969/11/16: Il viaggio di Apollo 12 sui quotidiani italiani





La prima e la seconda pagina de "La Stampa" in edicola domenica 16 novembre 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).



Lo straordinario viaggio dei tre astronauti di Apollo 12 verso la Luna sulla prima pagina de "Il Corriere della Sera" di domenica 16 novembre 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

DOPO LA DRAMMATICA PARTENZA


TUTTO BENE SULL'APOLLO 12

"La Terra sembra sospesa per un filo" ha detto Bean in una conversazione in una conversazione coi tecnici di Houston - Le due ispezioni fuori programma nell'interno del veicolo lunare - L'astronave è ormai a oltre metà strada - Preparativi per la discesa di mercoledì prossimo sull'Oceano delle Tempeste

(Dal nostro inviato speciale). Houston, 15 novembre. Il viaggio verso la Luna del treno spaziale "Apollo 12" prosegue con assoluta regolarità. Nella spazionave e nel LEM tutto è in ordine, come hanno ripetuto gli astronauti riprendendo le comunicazioni con Houston, dopo un lungo sonno ristoratore di oltre dieci ore. Già ieri notte Conrad e Bean, effettuata una lunga e minuziosa verifica del "modulo lunare", avevano rassicurato il Centro di controllo annunciando che il veicolo destinato a portarli sulla superficie selenica era in perfetto stato e saldamente agganciato alla navicella-madre; ma la conferma di stasera è venuta a fugare gli ultimi, residui timori e ha fatto tirare un respiro di sollievo a tutti. L'ottimismo, insomma, regna di nuovo a Houston, dopo il drammatico lancio di ieri che aveva fatto prospettare addirittura la eventualità di una rinuncia allo sbarco sulla Luna.


Dieci ore di sonno

Ci sia o non ci sia stato il fulmine - e su ciò torneremo più avanti - l'importante è che "Apollo 12", con a bordo Conrad, Bean e Gordon, procede sulle vie del cosmo secondo i piani, e che mercoledì, poco prima delle 8 (ora italiana), altri due terrestri arriveranno sulla Luna. I tre astronauti, che come dicevamo hanno dormito per oltre dieci ore - meritatissimo e necessario riposo dopo le forti emozioni e l'impegnativo lavoro di ieri - sono stati svegliati alle 21,20 (ora italiana) e hanno fatto colazione, a base di prugne, uova strapazzate, salsiccia, succo di pompelmo e caffè. Al momento del loro risveglio, la capsula si trovava a 211.439 chilometri dalla Terra, e si muoveva alla velocità di 5.000 chilometri all'ora.

Tutto bene, dunque, tutto in ordine, come del resto già si era assodato undici ore prima. Gli astronauti, prima di andare a dormire (alle 11,22 ora italiana) avevano chiacchierato con il Centro di controllo. Bean, con gli occhi incollati a un oblò, stava osservando lo scenario cosmico e aveva detto: "Non mi sembra che la Terra si rimpicciolisca molto velocemente". L'andatura dell'astronave, infatti, dopo aver raggiunto i valori della seconda velocità cosmica (39.600 chilometri orari) quando aveva lasciato l'orbita di parcheggio in direzione della Luna, si era ora ridotta a circa 10 mila chilometri all'ora per l'effetto frenante del laccio gravitazionale della Terra.

"Un pallone"

Poi Alan aveva soggiunto: "E ora c'è una cosa curiosa e divertente. La Terra sembra sospesa per un filo. E' un pallone sospeso per un filo in questo spazio nero. La Luna non sembra più grande di quanto la si vedeva alla partenza dell'orbita terrestre. Ma da qui sembra più sferica".

"E da che parte sembra sospesa la Terra?" era stato chiesto da Houston.

"Dal Polo Nord naturalmente - aveva risposto Bean - altrimenti il filo si attorciglierebbe". E Conrad aveva soggiunto: "Si supponeva che gli scienziati fossero a conoscenza della cosa"

"Avete bisogno di prove sperimentali", avevano risposto ridendo dalla sala di controllo.

Questa simpatica conversazione, fra il poetico e il faceto, rivela più di ogni altro dato le perfette condizioni dei tre astronauti e delle macchine alle quali è affidata la loro vita. Rivela inoltre che ogni cosa procede secondo il manuale di volo.

Di imprevisto, ieri sera, sette ore dopo il lancio sotto il temporale, c'erano stati due ingressi e due ispezioni fuori programma nell'interno del veicolo lunare. La prima volta Conrad e Bean, seguendo le istruzioni da terra, hanno aperto il portellone di accesso al "Ragno", hanno attraversato il tunnel che immette dalla spazionave "Apollo" al veicolo lunare e sono andati a controllare che tutto nei circuiti elettrici e nel calcolatore elettronico funzionasse regolarmente. Al termine della seconda ispezione fatta all'undicesima ora della missione, Conrad ha comunicato a terra che tutto era in ordine. C'era solo un "Ampere" di differenza con i valori nominali nell'erogatore di energia. "Abbiamo battuto ogni record di ingresso, permanenza e uscita nel "Lunar module". Ne siamo fieri", hanno detto gli astronauti. "Bene" hanno risposto da terra.

La verifica dentro il veicolo lunare era stata ritenuta necessaria dopo quanto era avvenuto ieri. Dopo la partenza si era avuta un'interruzione del funzionamento delle "fuel cells", che erogano energia elettrica alla spazionave, ma erano entrati in funzione i generatori di riserva e tutto era proseguito perfettamente. Era stato un fulmine oppure una scarica d'elettricità statica accumulatosi nel ciclopico razzo? I tecnici della NASA, stamane, dopo un attento esame dei dati sono certi che sia valida la seconda ipotesi. In conclusione resta vero che la partenza dell' "Apollo 12", a dispetto del maltempo, il perfetto inserimento in orbita, la precisa immissione sulla via della Luna hanno rappresentato un collaudo di più per la perfettissima macchina cosmica "Saturno-Apollo". E chi ha drammatizzato, senza rendersi conto della realtà tecnica, ha preso un granchio.

Linea immaginaria

Conrad, Gordon e Bean, quando leggerete queste note, avranno già superato da varie ore, nella loro fantastica corsa verso la Luna, l'immaginaria linea nello spazio che segna la equidistanza fra la Terra e il suo satellite (in questo periodo poco più di duecentomila chilometri). Gli astronauti avranno dormito di nuovo, si saranno già svegliati, avranno già fatto, se del caso, la seconda correzione di metà percorso della traiettoria con il relativo show televisivo a colori, avranno anche compiuto una serie di interessanti esperimenti di osservazione astronomica, avvicinandosi ogni istante di più alle imprese di lunedì, quando alle 21,47 ora di Houston (in Italia saranno le 4,47 di martedì mattina), dopo una serie di difficili manovre, entreranno in orbita lunare per scendere poi nell'"Oceano delle Tempeste".

La seconda meta ideale, dopo il superamento della linea di metà percorso e prima del raggiungimento della Luna - intendo dire il passaggio dei limiti dell'equigravisfera - avverrà dopo sessantotto ore di viaggio, dal momento della partenza da Capo Kennedy. E' questa la regione nella quale l'influenza gravitazionale del nostro pianeta si equipara a quella della Luna. Fino ad allora la velocità della spazionave va diminuendo, poi comincerà nuovamente ad aumentare con sempre maggiore intensità via via che il veicolo si avvicinerà al globo lunare, come vogliono le leggi della meccanica celeste.

Qualcuno ieri sera aveva insinuato che l'ente spaziale avrebbe rischiato il tutto per tutto per non deludere Nixon, primo presidente americano recatosi ad assistere a un lancio, sia per motivi di prestigio, sia per i sei o settecentomila dollari che sarebbero occorsi se la partenza fosse stata rinviata. Di proposito non abbiamo raccolto ieri tali voci, perché non rispondono a verità e sono il frutto di elucubrazioni di qualche collega che, pur trattandosi di cose spaziali, stenta a rendersi conto che tanto i limiti del rischio, tanto le modalità di un lancio cosmico, non sono qualcosa di elastico. "È chiaro - mi dicevano ieri sera il capo del programma "Apollo", Rocco Petrone, e il direttore delle operazioni di lancio Kaprin - che in ogni impresa spaziale, compresa la partenza del razzo, vi è una certa quantità di rischi. Non per nulla - hanno aggiunto - teniamo tecnici, giornalisti e pubblico, ad una distanza di sicurezza, mentre gli astronauti sono in cima al razzo. E' vero che si tratta di rischi calcolati su precise basi teoriche e in seguito alle esperienze che abbiamo acquisito, ma ognuno di noi può operare soltanto entro i limiti, e ciò vale per gli uomini a terra, come per i valorosi che si trovano a bordo dell'astronave". (Giancarlo Masini)