2019/11/19

1969/11/19: E' il grande giorno: la discesa di "Intrepid" e l'allunaggio nell'Oceano delle Tempeste

Ore 01:02. In Italia è ancora piena notte, mentre le prime ombre della sera stanno calando a Houston, nel Texas, dove si trova il Centro di controllo che dal 1964, anno dell'entrata in servizio, segue con i migliori tecnici e scienziati, tutti i voli spaziali con protagonista l'uomo e le sonde lanciate verso i pianeti del Sistema Solare. A circa 384.000 km dal nostro pianeta, già da qualche ora i tre astronauti sono stati svegliati dal loro sonno, hanno consumato una ricca colazione e indossato le combinazioni spaziali, apprestandosi al momento più difficile ma sicuramente più esaltante del volo di Apollo 12.

Alle 05:12 viene accesa la telecamera a colori che si trova a bordo della cabina dell'Apollo. Quattro minuti dopo, alle ore cinque, 16 minuti e due secondi, avviene regolare il distacco tra "Intrepid" e "Yankee Clipper": sui teleschermi di tutto il mondo appare la sagoma del Modulo Lunare che si allontana sempre più in volo libero. Richard Gordon, all'interno del Modulo di Comando, attraverso gli oblò, controlla che le zampe di "Intrepid" si siano completamente aperte, dando la comunicazione affermativa via radio a Conrad e Bean.

Alle 05:52 italiane si chiude il collegamento televisivo; a questo punto Gordon dirige il suo "Yankee Clipper" a qualche chilometro di distanza dal Lem, mentre i due prossimi "abitanti lunari" danno inizio ad una serie di manovre di avvicinamento alla superficie di Selene. La grande avventura ha inizio!


La diretta televisiva del distacco di "Intrepid" da "Yankee Clipper".


"Intrepid" in volo libero fotografato da Richard Gordon a bordo del Modulo di Comando "Yankee Clipper" (foto AS12-51-7501, scansione JSC).


Foto AS12-51-7507, scansione JSC.


Il modulo di comando e servizio fotografato da bordo di Intrepid. Foto AS12-447-6877.


Mentre Richard Gordon prosegue ormai solitario sullo "Yankee Clipper" ad inanellare giri su giri intorno alla Luna a 110 chilometri di altezza, il comandante del volo Charles Conrad e il pilota del Modulo Lunare Alan Bean, percorrendo un'orbita ellittica via via decrescente fino a 15 chilometri di altitudine, e individuata la zona dove due anni prima è atterrata con successo la sonda Surveyor 3, accendono il motore di "Intrepid", dando inizio alla discesa verso un punto preciso nell'"Oceano delle Tempeste". Sono trascorse 110 ore e venti minuti dall'inizio della missione Apollo , in Italia le lancette dell'orologio segnano le 07:42, a Houston le ore 01:42.

Mentre la superficie del Satellite naturale della Terra si fa sempre più vicina agli occhi dei due astronauti, a centosessanta metri di quota, come previsto, Conrad passa dal pilotaggio automatico a quello manuale; la fase finale della manovra viene resa ardua dal polverone sollevato dal motore di discesa del Lem, che ostacola parzialmente la chiara visione del suolo, ma ciò non impedisce ai due astronauti di posarsi sul luogo previsto dall'atterraggio senza un minuto di ritardo sull'orario previsto dal piano di volo. "Intrepid" si è posato a circa sei metri dal bordo del cratere del "Pupazzo delle Nevi", all'interno del quale si trova il Surveyor 3. Sono le 07:54 e trentasei secondi ora italiana, l'una e 54 di notte a Houston. Per la seconda volta nello stesso anno e solo quattro mesi dopo la straordinaria avventura dell'Apollo 11, altri due uomini raggiungono con successo la superficie della Luna, questa volta non per soggiornarvi poche ore ma per dare inizio alla prima vera esplorazione del Satellite.




La discesa di "Intrepid" sulla Luna.


Subito dopo l'allunaggio e dopo un attento controllo delle apparecchiature di "Intrepid", nel caso di una partenza anticipata, Pete Conrad e Alan Bean iniziano a descrivere ciò che vedono attraverso i due finestrini triangolari del Lem al Centro di controllo di Houston. "Ragazzi, Houston, questo è un posto magnifico. Non vedo l’ora di uscire!", esclama il comandante Conrad. "Santo cielo! E' bello là fuori! Valeva la pena di venire fin quassù!". I due sono prodighi nella descrizione del luogo dell'atterraggio: riferiscono che il suolo dell'"Oceano delle Tempeste" è ricoperto di una polvere molto più volatile e leggera di quella del "Mare della Tranquillità", che il paesaggio tutto attorno a dove si è poggiato con successo "Intrepid" è ondulato e costellato di massi di varie dimensioni e anticipano che hanno già trovato il luogo ideale per disporre gli strumenti scientifici, la prima stazione "ALSEP" (Apollo Lunar Scientific Experiments Package), un vero e proprio laboratorio che studierà la Luna anche dopo la partenza dei due uomini della NASA.

La prima impressione di Conrad e Bean è di avere portato "Intrepid" a posarsi a Nord-Ovest della testa del "Pupazzo delle Nevi", cioè a circa 600 metri dal Surveyor. A causa della disposizione dei due finestrini, infatti, i due astronauti possono guardare soltanto verso Ovest, la direzione in cui procedeva il Modulo Lunare, e non dietro di loro dove probabilmente si dovrebbe trovare la sonda.

A questo punto arriva in loro aiuto il pilota del Modulo di Comando, compagno e amico di viaggio, Richard Gordon, che li informa che durante la sua seconda orbita in solitario sorvolando la zona, con il telescopio a bordo dell'Apollo, ha individuato prima il Surveyor e subito dopo quasi ai bordi del medesimo cratere, a meno di 200 metri di distanza, la sagoma dell'"Intrepid" (questo non era accaduto nella missione precedente, quella di Apollo 11, quando Michael Collins non era riuscito ad avvistare il Lem "Aquila"). Ciò significa che Conrad ha fatto meglio di quanto previsto dal piano originale di volo.

Da Houston arriva un'altra bella notizia: al momento di toccare il suolo, "Intrepid" aveva ancora carburante per 58 secondi, oltre il doppio di quello rimasto su "Aquila" il 20 luglio 1969.


Queste sono le prime foto scattate dopo l'allunaggio nell'Oceano delle Tempeste a bordo di "Intrepid" da Conrad e Bean.


Foto AS12-48-7025.



Foto AS12-48-7026.



Foto AS12-48-7027.



Foto AS12-48-7030.