2019/11/24

1969/11/24: Ultimo giorno di volo e prima conferenza stampa dallo spazio

E' da poco scoccata la mezzanotte di un nuovo giorno in Italia: è il 24 novembre 1969. A Houston è ancora domenica 23. Mentre la Terra si fa sempre più vicina e più grande osservandola attraverso i finestrini della capsula Apollo, i tre protagonisti del secondo sbarco umano sulla Luna vengono svegliati. E' l'ultimo giorno che trascorreranno nello spazio e si sentono in ottima forma e rilassati, pronti per il ritorno al pianeta in cui sono nati e vissuti fino a venerdì 14 novembre 1969.

Dopo aver consumato una ricca colazione ed essersi "sbarbati" si preparano per effettuare per la prima volta nella storia una conferenza stampa dallo spazio. Trasmessa in diretta televisiva in mondovisione, Conrad, Bean, e Gordon rispondono alle domande, preparate in anticipo per facilitare la tecnica di conversazione, dei numerosi giornalisti presenti in una sala del centro di controllo di Houston. Milioni di spettatori davanti ai teleschermi hanno così la possibilità di vedere e sentire in diretta il comandante della missione e il pilota del Modulo Lunare raccontare i particolari delle loro due escursioni lunari e ascoltare dal pilota del Modulo di Comando i momenti più importanti e le sensazioni più trepidanti del suo volo solitario attorno alla Luna in attesa del ritorno dei suoi due compagni.

Questa la trascrizione di alcune tra le principali battute di quella insolita e storica conferenza stampa (in Italia è piena notte, le lancette dell'orologio segnano le 01:29).

Domanda: "Oltre al fulmine che vi ha colpito durante il lancio, episodio questo che pareva dovesse pregiudicare sul nascere l'intera missione, quale è stato il momento di maggior tensione, se ve ne è stato mai qualcuno, prima dell'atterraggio sulla Luna, durante la sosta su di essa o dopo?"

Conrad: "Penso decisamente che noi tre siamo stati molto più calmi durante il volo di quanto pensassimo. Solo Al e io eravamo un po' nervosi durante la fase di ascesa dalla superficie lunare".

Gordon: "Tutto si è svolto secondo i piani. Penso che la miglior cosa, dal mio punto di vista, è che non ci siano state sorprese".

Domanda: "Conrad, là sulla Luna lei sembrava felice, persino euforico, anche troppo qualcuno ha detto: c'è chi pensa che lei fosse "su di giri" a causa dell'ossigeno. E' vero? Lei e Al che cosa avete provato a trovarvi là fuori?"

Conrad: "Sa, non ero su di giri per l'ossigeno, ma ero molto felice perché tutto il lavoro che ci aveva richiesto l'EVA (l'attività extra veicolare) stava cominciando a dare buoni risultati… tutto andava bene, nella maniera che noi pensavamo dovesse andare ed era molto piacevole… tutto è stato molto più facile che durante gli allenamenti".

Bean: "Volete sapere come ci si sente? Per i primi dieci minuti che si è fuori, almeno nel mio caso, ci si rende conto che andare in giro non è poi così difficile come si pensa e la cosa fa molto piacere. Così, passati i primi dieci minuti, una volta che ci si è resi conto di sapere come stare in equilibrio e di essere certi di non cadere e che tutto va veramente nel migliore dei modi, penso che proprio allora ci si affretti per portare a termine il proprio compito, come ha detto Pete".

Domanda: "Voi, a differenza dei due astronauti che vi hanno preceduto nel luglio sulla Luna, disponevate di amache e coperte. Come avete dormito? E per quanto concerne il sonno, molti si chiedono se là sulla Luna avete sognato".

Conrad: "Non ho voluto levarmi la tuta. Era troppo sporco là. Nella mia amaca stavo quindi molto scomodo. La tuta premeva sul fondo dei miei piedi e sulle spalle. Per quanto concerne i sogni, io non sogno mai, di norma, e non ho sognato nemmeno lassù".

Bean: "Nemmeno io ho sognato e, in verità, non ho dormito troppo bene sulla Luna. Quando si arriva lassù e si pesa soltanto 14 o 16 kg e ci si stende su quelle amache non ci si riesce a piegare nemmeno un po'. Si sta stesi orizzontalmente. E' un posto veramente pratico per dormire! No, non ho sognato per niente. Mi sono svegliato e riaddormentato diverse volte… ma, tutto sommato, non si può dire che il sonno fosse particolarmente turbato. Il "sesto" di gravità è piacevole, in fondo. Vi spinge verso il basso abbastanza, tanto da farvi sentire una leggera pressione sulla schiena o sul fianco, insomma sulla parte sulla quale vi poggiate. E' piacevole".

Domanda: "Se questa missione dovesse essere ripetuta o se voi doveste partecipare ad un'altra, dopo ciò che avete appreso da questa che avete effettuato, cosa fareste di differente e che tipo di equipaggiamento aggiungereste o fareste modificare per quanto riguarda le attività sul suolo lunare?"

Conrad: "Sicuramente migliorare la dotazione degli utensili. Quelli che avevamo con noi sulla Luna erano buoni, ma avrebbero potuto essere migliori". 

Domanda: "Gordon, cosa ha provato a rimanere solo in orbita intorno alla Luna, per un giorno e mezzo?".

Gordon: "Ho pensato spesso in passato a che cosa avrei veramente provato a trovarmi solo nella parte nascosta della Luna, senza alcun contatto con esseri umani; ma l'attività è stata tale durante le ore di veglia che, sorprendentemente, non ho avuto neppure il tempo per pensarci. E, per essere perfettamente franco, ero così stanco alla fine della giornata che a mala pena ce l'ho fatta a distendermi per dormire il più possibile in vista dell'attività del giorno successivo".

Domanda: "Pete, tutti si chiedono cosa sia avvenuto quando lei è caduto sulla Luna. E' stata una caduta accidentale o fatta apposta? Che cosa ha provato a cadere nella gravità lunare? E sarebbe riuscito a rimettersi in piedi se Al non fosse stato lì ad aiutarla?"

Conrad: "No, non sono caduto apposta. Stavo cercando di raccogliere una pietra che era troppo grossa per essere presa con le tenaglie e così mi è capitato di rotolare sul mio fianco finendo giù a "terra". Ma Al, prima che finissi del tutto disteso, mi ha dato una spinta che mi ha rimesso in piedi. Non penso che vi sia il pericolo di cadere contro una pietra e di tagliare la tuta o qualcosa del genere perché la caduta non è mai così violenta. Non si può colpire abbastanza forte una pietra lunare, è vero Al?".

Bean: "No, non solo questo. Stai dicendo della velocità di caduta: mi posso ricordare di aver perso l'equilibrio anch'io numerose volte e se lo avessi perso allo stesso modo sulla Terra sarei probabilmente caduto. Ma sulla Luna, dove ci si muove così adagio si è di solito in grado di rimettersi in sesto, di piegare le ginocchia e di riprendere l'equilibrio".

Domanda: "Milioni di persone, in tutto il mondo, che hanno passato svegli la notte della vostra passeggiata e, inutilmente, in attesa del collegamento televisivo previsto, si chiedono che cosa sia veramente successo a quella telecamera che non ha funzionato". 

Conrad: "In effetti non sappiamo che cosa se sia successo. Ma la stiamo riportando a casa in modo  che si possa vedere che cosa non abbia funzionato a dovere, in modo da aggiustarla per consentire agli astronauti di Apollo 13 di non deludere altri milioni di telespettatori". 

Con queste parole termina l'eccezionale conferenza stampa ed anche l'ultimo collegamento televisivo dallo spazio dei tre astronauti di Apollo 12. Sono le 02:06 italiane, sono trascorse esattamente 224 ore e quarantaquattro minuti dall'emozionante momento del distacco dal pianeta Terra, quello stesso pianeta pronto ad accogliere di nuovo i quarti "trasvolatori" nella storia dell'umanità di un fantastico tracciato, fino a pochi anni fa inimmaginabile, Terra-Luna-Terra.

Immagine televisiva della prima conferenza stampa dallo spazio dei tre astronauti di Apollo 12 di ritorno dalla Luna.