2019/11/20

1969/11/20: La prima esplorazione lunare di Conrad e Bean sulla stampa italiana


La prima pagina de "Il Corriere della Sera" di giovedì 20 novembre 1969, con la corrispondenza da Houston dell'inviato speciale Giancarlo Masini (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


CONRAD E BEAN NEL POLVEROSO OCEANO DELLE TEMPESTE


GIORNATA SULLA LUNA

Perfetta la manovra di sbarco - I due astronauti si sono rivelati pronti alla battuta di spirito quanto seri e precisi nel lavoro - Delusione per la mancata trasmissione delle immagini: la TV si è guastata forse perché esposta direttamente al sole - Oggi un'altra lunga uscita dall'"Intrepid", dopo un buon riposo

Dalla pila atomica al recupero della sonda

(Dal nostro inviato speciale) Houston, 19 novembre. La Luna è stata violata di nuovo. Da molte ore due abitanti del pianeta Terra, due simpatici e valorosi astronauti americani, Charles Conrad e Alan Bean, lavorano, scherzano, mangiano e dormono nel polveroso, inospitale "Oceano delle Tempeste", puntualissimi all'appuntamento con un "robot" - il "Surveyor" - fabbricato dalle mani dell'uomo e spedito lassù in avanguardia più di due anni fa.

Il sogno della conoscenza e della conquista umana dei pianeti extraterrestri, la favola fantascientifica dei percorsi sicuri sulle vie del cosmo rivelati possibili con il primo viaggio Terra-Luna di Borman - realizzati con l'impresa di Armstrong - hanno acquistato ora una concretezza piena.

Anzi il secondo viaggio sulla Luna, l'inizio della vera e propria esplorazione di questo strano compagno di viaggio della Terra, butterato di buchi e di rughe, al quale le leggi della natura hanno legato le vicende del nostro pianeta, si sono svolti fino a questo momento senza suspense, senza eccessivi timori, come se tutto fosse senza pericoli e senza rischi: quasi che mandare due uomini a raccogliere sassi sulla Luna, esplorare i suoi crateri, montare la prima stazione-osservatorio autonoma, andare a cercare un altro ordigno terrestre per staccarne alcune parti e riportarle a terra a circa quattrocentomila chilometri di distanza sia diventata routine, normale amministrazione, E a privare di suspense gli osservatori ed i tecnici come pure i milioni di americani che stanotte hanno vegliato davanti ai televisori e con le radio incollate agli orecchi, sono stati proprio i due protagonisti dell'impresa: peccato che un guasto alla telecamera ci abbia privati dello spettacolo creando un motivo di delusione.

Fino al momento dell'atterraggio dell'"Intrepido", le cui manovre erano state condotte con perizia e perfezione assolute, Conrad e Bean hanno mostrato una gioia scoppiettante, un'allegria che ha sorpreso tutti, anche quelli che li conoscono come esseri meravigliosamente estroversi, profondamente umani, pronti alla battuta di spirito, quanto seri e precisi nel loro lavoro.

"Saltellerò sulla Luna canticchiando" aveva detto Conrad alcuni anni fa, mentre si sottoponeva ai più duri allenamenti fisici che si possano immaginare, proprio per conquistarsi il diritto a passeggiare sull'"Oceano delle Tempeste". Ha mantenuto la parola, fra la felicità e anche lo sbalordimento dei compassati tecnici della sala di controllo.

Alle 5,33 di stamane (ora di Houston in Italia erano le 13,33, ma per comodità, da qui in avanti, il tempo sarà indicato sempre secondo il fuso orario europeo) il portello di uscita dell'"Intrepido" è stato aperto. Sui teleschermi della sala di controllo è apparsa una zampa del veicolo lunare e la sua piccola piattaforma di appoggio, nonché una porzione del suolo selenico. Si è visto subito che la qualità delle immagini, per quanto a colori, erano molto più scadenti di quelle che ci offrì l'"Apollo 11". Poi Conrad ha cominciato a discendere la scaletta del LEM e - come riferiamo anche in altra parte del giornale - ha lasciato cadere una frase piena di humor che di colpo ha spazzato via ogni velleità retorica: "Gente, sarà stato un piccolo passo per Neil, ma per me è un bel salto", qualcuno giura di aver sentito: "E' un accidente di salto" e per chi conosce il tipo non c'è da dubitarne.

"Sto per andare fuori dal PAD. Oh, è soffice, non sprofondo molto, ci provo un poco ragazzi. Il Sole è brillantissimo è come se qualcuno ti facesse lampeggiare nelle mani un grosso proiettore. Posso camminare assai bene, ma devo farlo con attenzione e guardare che cosa sto facendo. Ragazzi, non ci credereste mai a che cosa sto vedendo dal lato del cratere… il vecchio Surveyor".

Poi Conrad si è di nuovo avvicinato all'"Intrepido". Bean gli ha lanciato la corda dal pianerottolo ed è cominciato il lavoro. Abbiamo visto scendere un contenitore dopo l'altro, infine anche Bean ha toccato il suolo lunare con i suoi piedi. Poco prima la telecamera aveva subito una rotazione e la discesa di Alan si era vista alla rovescia. L'immagine è rimasta così per qualche tempo, poi sugli schermi sono apparsi fugacemente alcuni crateri quindi più nulla.

E' stato un incidente che proprio non ci voleva, non solo per le visioni lunari che abbiamo perduto e che potremo avere soltanto in parte delle riprese su pellicola, quando i due uomini torneranno sulla Terra, ma anche perché sarebbe stato fantastico osservare in diretta questi due magnifici piloti, questi due esploratori cosmici saltellare come ragazzi felici alla prima passeggiata di primavera su un prato. Dai colloqui che si sono registrati a Houston si può pensare che non hanno fatto le capriole solo perché sarebbe stato estremamente pericoloso.

La loro gioia era tale che ad un certo momento qualcuno ha anche pensato che fosse un effetto esilarante dello spazio o dell'ossigeno. Nell'"Oceano delle Tempeste" i due uomini dell'"Intrepido" hanno deposto e messo in funzione veri strumenti scientifici: un sismometro che misurerà  le vibrazioni del suolo lunare; un magnetometro che ci dirà finalmente una parola decisiva sull'eventuale campo magnetico lunare; un collettore di ioni del rarefattissimo ambiente lunare; uno spettrometro per la misura della radiazione e del vento solare; un collettore di polvere lunare; un sensore per misurare la eventuale ionosfera selenica. Tutto è a posto, compresa la prestigiosa pila atomica a radioisotopi che i due uomini hanno messo in azione liberando dallo schermo di grafite l'apposito bulbo radioattivo.< Mentre scrivo gli astronauti a bordo dell'"Intrepido" hanno messo sotto carica i loro zaini d'ossigeno, si sono messi in libertà, hanno mangiato e si sono addormentati su due amache. Prima avevano avuto un briefing con i controllori delle operazioni a terra. Ad essi hanno riferito le loro impressioni e come hanno sistemato gli strumenti. Hanno detto di sentirsi bene, di essere felici e di essere pronti alla seconda sortita per andare ad ispezionare il "Surveyor".

In perfetto orario sul programma stabilito, gli uomini dell'"Apollo 12" erano entrati in orbita lunare alle 4,47 di ieri mattina martedì: dopo due avevano perfettamente circolarizzato la loro traiettoria a circa cento chilometri di quota. Dopo il loro primo pasto lunare, e dopo un'ulteriore controllo agli strumenti, Conrad e i suoi compagni alle 14 si erano addormentati. La sveglia era venuta coi soliti squilli di tromba nella nottata e subito erano cominciati i preparativi per le manovre di atterraggio. Un'ultima ispezione alle apparecchiature, un abbondante pasto, poi la vestizione della tuta lunare, il trasferimento di Conrad e Bean a bordo dell'"Intrepido" e la chiusura dei portelloni pneumatici che bloccano gli ingressi dell'astronave "Apollo" e del "Lunar Module". La separazione dei due veicoli alle 5,49 effettuata questa volta con estrema delicatezza dopo le negative esperienze dell'"Apollo 11", si era svolta anch'essa alla perfezione. In diretta televisiva a colori si era visto l'"Intrepido" allontanarsi lentamente dall'astronave-madre e poi fuggir via veloce verso la sua meta.

Lavorando all'unisono con i calcolatori di terra il computer dell'"Intrepido" ha seguito la rotta calcolata al millimetro. A 500 piedi di quota (circa 150 metri) il pilotaggio dell'"Intrepido" è passato dal calcolatore di bordo alle mani di Bean e Conrad. "Come on down, Pete", aveva detto Bean. "Andiamo giù, Pete". "240 piedi" gridano gli altoparlanti che in un fruscio immenso ci portano la voce degli esploratori lunari. "180 piedi, 130... Ecco il mio cratere tutto OK". "Andate a tutto motore - avverte Houston - continuate così". "Ottanta piedi, sessanta, trenta, contatto". "Abbiamo registrato il vostro contatto", annunciano i controllori da terra.

Erano le sette 53' 48". In circa 11 minuti la velocità, da un valore di 6000 chilometri all'ora, era scesa a zero. L'"Intrepido" era sulla Luna. (Giancarlo Masini)







Le prime tre pagine de "La Stampa" di giovedì 20 novembre 1969, dedicate quasi interamente alla grande impresa di Conrad e Bean sulla superficie lunare (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


Il quotidiano politico "L'Unità" dedica l'intera settima pagina alla prima esplorazione nell'Oceano delle Tempeste" di Conrad e Bean (dalla collezione personale di Gianluca Atti).



(prosegue dalla prima pagina) ...a 30 centimetri di profondità; quelle di Armstrong e Aldrin si erano fermate ad appena 13 centimetri: segno che nel mare delle Tempeste il suolo è più cedevole che ne mare della Tranquillità.
Conrad è rientrato nel LEM alle 16,26, Bean alle 16,14.

A differenza dell'Apollo 11, che oltrepassò il punto ideale di discesa di circa 6.500 metri, Apollo 12 ha fatto centro.
"Indovinate un po' che cosa vedo sul fianco del cratere" ha trasmesso Conrad quando l'Intrepid si posava: "il vecchio Surveyor, il buon vecchio Surveyor, non può essere a più di 200 metri, figlio di un cane, proprio in mezzo alla strada".
Per i telespettatori americani che si sono alzati alle 6 di questa mattina per vedere la trasmissione a colori dalla Luna, è stata un'alzataccia sprecata. Dopo 45 minuti di trasmissione, proprio quando Conrad stava scendendo sulla Luna, la telecamera è andata fuori uso. Il suolo su cui hanno camminato oggi e ritorneranno domani Conrad e Bean è più scuro e più molle di quello calpestato da Armstrong e da Aldrin nel mare della Tranquillità. (Auro Roselli)


L'arrivo sulla Luna e la prima attività extra-veicolare sulla superficie selenica di Conrad e Bean a pagina 1-2-3 del quotidiano "Il Giorno" (dalla collezione personale di Gianluca Atti).