2019/11/20

1969/11/20 (04:54 IT): Seconda uscita dall'"Intrepid" e visita alla sonda Surveyor III

Sono trascorse 131 ore e trentadue minuti dall'inizio della missione Apollo 12. Conrad e Bean alle 02:25 italiane sono già svegli, in anticipo di qualche ora rispetto all'orario stabilito dal piano di volo, ansiosi ed eccitati di uscire di nuovo da "Intrepid" per avventurarsi per la seconda escursione lunare e per il primo straordinario appuntamento di uomini con un veicolo spaziale lanciato due anni prima dalla Terra, il Surveyor III.

Dopo il successo della prima straordinaria giornata trascorsa ieri (ora italiana; negli Stati Uniti è ancora mercoledì 19) sulla polverosa superficie di un punto preciso nell'"Oceano delle Tempeste", con l’unica "macchia" del guasto alla telecamera che ha privato sia i tecnici della NASA a terra che i milioni di telespettatori sparsi in tutto il mondo delle prime immagini a colori dalla superficie lunare, il comandante di Apollo 12 chiede ed ottiene l'autorizzazione da Houston di poter anticipare l'EVA. I due "lunauti" sono in perfetta forma. Sono scomparse quasi per incanto le piccole noie fisiche che li avevano infastiditi durante il tragitto Terra-Luna: una specie di allergia ai sensori per Conrad, provocata da un'irritazione delle pelle nel punto dove questi strumenti di controllo dell'organismo umano erano stati applicati, e un inizio di raffreddore per Bean.

Alle 04:54 italiane, dopo aver indossato di nuovo l'elmetto, i voluminosi guanti, gli stivali e gli zaini, che durante il periodo di riposo sono stati ricaricati di ossigeno e acqua, e dopo aver depressurizzato l'abitacolo di "Intrepid", i due astronauti aprono il portello, preparandosi ad iniziare la loro seconda passeggiata sul suolo lunare.

Alle 04:59 ora italiana, Conrad poggia per la seconda volta i suoi scarponi sulla superficie dell'"Oceano delle Tempeste", seguito nove minuti dopo dal compagno Alan Bean. I due riprendono subito la raccolta dei campioni di roccia e polvere lunare, fotografando le zone più interessanti prima e dopo il prelievo dei minerali, aiutati anche da una speciale macchina fotografica stereoscopica.

In questa seconda attività. così come nella maggior parte della prima, come già accennato, mancano le immagini televisive in diretta, ma fortunatamente l’escursione non è muta: la loquacità con la quale i due astronauti sanno descrivere a voce con ricchezza e dovizia di particolari e di paragoni l'ambiente in cui si trovano, le pietre che vedono, analizzano e raccolgono, il Sole più abbagliante che mai, lo spettacolo che hanno davanti ai loro occhi, rendono più di qualunque immagine.

Non mancano altre visioni, che però i due astronauti non condividono con il mondo per non creare imbarazzi alla NASA, sempre sensibile agli umori dell’opinione pubblica: l’equipaggio di riserva di Apollo 12 ha infatti inserito a sorpresa delle immagini di Playmate nella checklist che Bean e Conrad hanno al polso.

I due astronauti si muovono in direzione nord-ovest, tra un cratere e l'altro, come dice il comandante di Apollo 12, come "giraffe lanciate al galoppo": l'impressione di leggerezza ad un sesto di gravità li rende euforici e sentono a malapena la fatica nelle operazioni che compiono.

La prima fermata dei due astronauti è presso la stazione scientifica (ALSEP) installata ieri. Conrad ne approfitta per compiere un esperimento richiesto dagli scienziati che si trovano al centro di controllo di Houston: fa rotolare una roccia, grande quanto un pompelmo, lungo un pendio di un piccolo cratere per testare il buon funzionamento del sismometro, poi comincia a pestare i piedi per fornire un ulteriore elemento di taratura.

Foto AP12-AS12-48-7047, scansione JSC.


Foto AP12-AS12-48-7055, scansione JSC.


Foto AP12-AS12-48-7062, scansione JSC.


Alan Bean fotografato da Conrad, riflesso sulla visiera del casco del pilota del Modulo Lunare (foto AP12-AS12-48-7071, scansione JSC). Al polso di Bean si nota la cuff checklist, aperta a una delle pagine contenenti immagini di Playmate.


Ripreso il cammino verso il "Surveyor" (i due astronauti hanno preferito, una volta usciti dall'"Intrepid", non puntare direttamente verso la sonda ma fare un lunghissimo giro per avere una migliore possibilità esplorativa e per poter raccogliere più numerosi e diversi esemplari di rocce), non mancano alcuni piccoli inconvenienti: la macchina fotografica di Bean si rompe, un martello che serviva ad affondare una sonda nel terreno si spezza e un paio di sacchetti per contenere alcuni frammenti di Luna si lacerano.

Ben più grave poteva rilevarsi l'episodio accaduto a Conrad durante la traversata: il comandante di Apollo 12, inclinandosi troppo da un lato, cade a terra e Bean deve aiutarlo, non senza fatica, a rialzarsi. I due, per evitare di allarmare troppo chi li sta seguendo minuto per minuto da terra e caso mai il direttore del volo ordini a loro di rientrare in anticipo, tacciono l'incidente. È questa comunque la prima caduta di un uomo sulla Luna.

Alle 07:15 del mattino ora italiana (a Houston l'orologio segna l'una e quindici di notte), i due esploratori lunari raggiungono finalmente il "Surveyor III". Affrontando una pendenza del 10%, Conrad e Bean discendono nel cratere dove la sonda era atterrata il 20 aprile 1967. È la prima volta nella storia dell'esplorazione spaziale che un uomo arriva ad esaminare uno dei tanti veicoli lanciati nel cosmo.

I due non riescono a nascondere una certa emozione. Sono subito colpiti dal fatto che il "Surveyor" ha acquistato una strana colorazione marrone chiaro. "Di che colore era quando è partito?", chiede Conrad. "In parte bianco e in parte blu", rispondono da terra. Ad un esame più ravvicinato i due astronauti si rendono conto del perché: la sonda appare uniformemente ricoperta da una polvere finissima, la stessa polvere lunare che il "Surveyor" aveva sollevato due anni e mezzo prima atterrando e rimbalzando due volte al suolo.

Per il resto la sonda si presenta in condizioni eccellenti. I due "lunauti" la fotografano da tutte le angolazioni; poi, lavorando con le pinze, rimuovono le parti da riportare sulla Terra, dove verranno analizzate dagli scienziati: un cavo della telecamera, che ha rimandato a terra più di 6.000 immagini, la telecamera stessa e altre apparecchiature più piccole.

La sonda "Surveyor III" ai bordi del cratere, dove sarà raggiunta a breve da Conrad e Bean (foto AP12-AS12-48-7084, scansione JSC).


La fotografia che testimonia come sia stato perfetto l'allunaggio dell'"Intrepid" da parte di Conrad e Bean, così vicino alla sonda "Surveyor": uno degli obiettivi primari della missione (foto AS12-AP12-48-7091, scansione JSC).


Foto AS12-AS12-48-7093, scansione JSC.


Foto AP12-AS12-48-7099, scansione JSC.


Foto AP12-AS12-48-7111, scansione JSC.


Foto AP12-AS12-48-7113, scansione JSC.


Foto AP12-AS12-48-7115, scansione JSC.


Il comandante di Apollo 12, Charles Conrad, e il "Surveyor III" (foto AP12-AS12-48-7133, scansione JSC).


Il pilota del Modulo Lunare, Alan Bean, a fianco della sonda della NASA arrivata sulla Luna due anni e mezzo prima (foto AP12-AS12-48-7135, scansione JSC).


Si ritorna verso il LM (foto AP12-AS12-48-7151, scansione JSC).


Terminato il lavoro di recupero, Conrad e Bean riprendono il viaggio di ritorno verso "Intrepid", carichi come i vecchi cercatori d'oro dopo aver trovato un ricchissimo filone di pepite; in Italia sono le 07:52 di un freddo mattino di novembre. Giunti nei pressi del sito di atterraggio, Bean recupera il "Solar Wind Collector", un sottile foglio che cattura le particelle del vento solare; questo stesso esperimento era stato effettuato anche da Armstrong e Aldrin durante la missione Apollo 11.

Alle otto e trenta italiane, Alan Bean rientra a bordo del Modulo Lunare. Caricati i numerosi campioni, 34 chilogrammi di rocce e polvere lunare raccolti nel corso delle due giornate all'esterno, e i "reperti" della sonda "Surveyor", anche Conrad lo raggiunge sull'"Intrepid". Sono le 08:42 italiane: si conclude la seconda ed ultima attività extraveicolare sul sabbioso suolo dell'"Oceano delle Tempeste" del terzo e quarto uomo nella storia a calcare la superficie di un corpo celeste al di fuori del pianeta Terra.

Alle 08:45 viene chiuso il portellone del LM. Verrà riaperto un'ultima volta, quando sono trascorse centotrentasei ore e 55 minuti dall'inizio della missione, per lasciare sulla Luna tutto ciò che potrebbe appesantire lo stadio di risalita del LM al momento del decollo. Nel corso di questa seconda e proficua escursione i due astronauti hanno percorso un tragitto di oltre 1.800 metri, allontanandosi da "Intrepid" fino ad una distanza di 450 metri.

Richiuso definitivamente il portello e immessa di nuova aria nell'abitacolo, Conrad e Bean consumano un meritato e abbondante pasto. Poi, dopo un dettagliato rapporto con la base a terra sulla seconda escursione all'aperto, iniziano il controllo delle strumentazioni di bordo in vista del decollo dalla superficie lunare, stabilito per le 15:23 ora italiana.